sabato 10 ottobre 2009

Lacrime di rabbia.

Per prima cosa, mi unisco a tutte le persone che pregano e si sentono vicine ai famigliari dei morti per il nubifragio in Sicilia.

Ho intitolato lacrime di rabbia perchè così le ho sentite quelle che mi sono scivolate sul viso oggi. Seguendo i funerali ho sentito le parole dette dall'arcivescovo, parole giuste e forti che mi hanno fatto sfogare con le lacrime tutto il dolore che avevo dentro.

Le riporto perchè credo si debba riflettere davvero tanto su quello che è accaduto e che accade spesso in Sicilia, una terra bellissima ma afflita da tanti problemi a livello sociale.

"Il vostro silenzio, miei cari fratelli defunti è il grido più eloquente di ciò che tutti noi dobbiamo sperare, chiedere e gridare ai responsabili della cosa pubblica: restituiteci la serenità, dateci la garanzia di un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte e di parole vuote e di circostanza. Perchè simili tragedie non abbiano più ad accadere". E' questo l'appello - interrotto dagli applausi - che l'arcivescovo di Messina, Calogero La Piana, lancia nella sua omelia ai funerali solenni delle vittime dell'alluvione. "Troppe parole - aggiunge - sono state dette. La parola più bella che abbiamo ascoltato è quella pronunciata attraverso gesti concreti ed eroici, parola gridata silenziosamente da numerose forze umane, dal loro faticoso e massacrante lavoro, dalla loro grande generosità e dal loro coraggio". "In questi giorni - sottolinea l'arcivescovo - sono stati ricordati i ripetuti appelli caduti nel vuoto, si è alzato con forza l'allarme di tanta gente. Ma a parlare oggi è soprattutto il silenzio di questi troppi fratelli e sorelle che hanno perso la vita nel tragico nubifragio. Basterà tutto questo? Cosa altro dobbiamo sentire ancora? Cosa altro dobbiamo ancora aspettarci perché avvenga una conversione, un cambiamento di rotta?". (fonte:unionesarda.ilsole24ore.com)