giovedì 24 settembre 2009

vaccino aids


fonte:www.lastampa.it

Tra ottimismo e appelli alla cautela:
le reazioni della comunità scientifica
ROMA
Stupore, attesa, speranza ma anche consapevolezza che il cammino è lungo e la strada da fare ancora tanta, come ha prontamente sottolineato l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La notizia arrivata da Bangkok di un «possibile» vaccino contro l’Aids, che potrebbe ridurre il rischio di infezione del 31,2 per cento, non ha certo lasciato indifferente il mondo della ricerca, che si divide in egual misura tra ottimismo e cautela, sottolineando però che questa scoperta potrebbe aprire le porte a nuovi scenari impensabili solo fino a qualche anno fa.

I dati presentati sul vaccino anti-Aids messo a punto da un panel di esperti statunitensi e tailandesi, commenta il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Enrico Garaci, «sono importanti e promettenti, anche perchè consentono di abbattere lo scetticismo che si era creato e che aveva scoraggiato i finanziatori». Secondo Garaci dunque questa sperimentazione rappresenta «un risultato molto importante, anche perchè è la prima volta che si dimostra che un vaccino anti-Aids può funzionare a livello preventivo». A sottolineare invece la prospettiva globalè di questo tipo di sperimentazione ci pensa Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, secondo il quale «l’infezione si propaga con una crescita che i sistemi sanitari non riescono ad assorbire».

Per questo, spiega, «i Governi devono assicurare una risposta sostenibile e a lungo termine alla malattia e la notizia che arriva dalla Thailandia ci spinge ancora di più a chiedere al nostro Governo di mantenere le promesse fatte in occasione del vertice del G8 di luglio». La notizia dell’arrivo di un possibile vaccino contro anti-Aids è «una buona notizia» anche per la lega italiana per la lotta all’Aids (Lila), che però sottolinea la necessità di investire di più anche sul versante della prevenzione«. Più »cauto« invece Francoise Barre-Sinoussi, premio Nobel 2008 e co-scopritrice del virus, che evidenzia »come lo studio mostri una certa efficacia« ma invita a moderare gli entusiasmì», anche perchè lo studio dovrà spiegare «quale risposta immunitaria è associata alla protezione di questo 31 per cento». Molto scettico, infine, si dichiara l’immunologo Fernando Aiuti: «innanzitutto perchè la sperimentazione è stata fatta utilizzando un vaccino, l’Aidsvax americano, che non ha funzionato e a cui è stato poi aggiunto un secondo vaccino della Sanofi-Pasteur», e in secondo luogo - conclude - perchè la percentuale di successo è troppo bassa per parlare di buon risultato del vaccino.

Mi auguro tanto che questa ricerca sia una buona speranza.

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